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mercoledì 27 febbraio 2013

"CREARE" LA NOSTRA REALTA'


 "CREARE" LA NOSTRA REALTA'

La proposta per i corsi di pittura ad olio  è stata molto meditata.
Non sapevo chi erano le persone che avrebbero partecipato al corso e per questo motivo ho dovuto studiare il modo di offrire qualcosa di diverso a quelli che avevano già frequentato le edizioni anteriori e allo stesso tempo qualcosa di utile per quelli che affrontavano un primo approccio a questa tecnica.
In questo post vorrei comunicare le motivazioni  della mia scelta, così da cominciare a spiegare il metodo che insegno con una serie di post successivi che daranno una visione dell'intenzione ultima.

I due oggetti proposti sono antagonisti fra di loro:  una bottiglia trasparente  ha lo scopo di trasmettere leggerezza e in un certo modo trascendenza, mentre la brocca nera dà un senso di solennità, attira l'attenzione quasi a voler sfidare la nostra tolleranza verso  il lato cupo della vita. Dalla brocca sorge un fiore bianco  come segno di rivincita, di speranza.

 Il cromatismo fondamentale di questa proposta viene dato dallo sfondo verde  in contrapposizione al piano d'appoggio, un tavolo rosso coperto da un panno bianco, e a due piccoli vasetti situati alla base, uno rosso e uno trasparente ma pieno di petali rossi.

  I due colori fondamentali sono complementari fra di loro così da creare un effetto cromatico altamente contrastato.
La mia pretesa va sempre oltre al semplice insegnamento di una tecnica, nell'intento di compromettere  la certezza della realtà che percepiamo ogni giorno.
 La sfida è quella d'interpretare una realtà tangibile, niente lamine o fotografie dove è già tutto risolto, noi ci confrontiamo con oggetti veri, circondati  d'aria, che interagiscono fra di loro contagiando in uno scambio continuo di vibrazioni l'essenza della propria materia. Quella materia che partecipa del tutto e che è allo stesso tempo unica, diversa,  che un artista deve poter catturare in una tela in modo di renderle onore.  
 Il primo impatto delle persone che arrivano nell'aula è di  soggezione, di dubbio, di quella forte sensazione, quasi impotenza, che ci accompagna quando crediamo di non riuscire in una impresa.
Il mio primo compito è quello di rassicurare, incoraggiare e  far ritrovare la fiducia;  siamo in questo posto, in questo momento e va tutto bene. Confesso che le prima lezione quasi vengo anche io contagiata da questo dubbio, dopotutto  è una sfida anche per me...

 Ma la mia pretesa va ancora oltre, osservo ogni persona e capisco che ognuno  è arrivato da me con una speranza, con un desiderio, con un bisogno, e non voglio deluderli.
Tento di capire in sintesi due tendenze nelle loro personalità; la tendenza a essere motivati dal colore, e quella ad essere motivati dalla forma.
 I primi hanno un approccio molto più fresco con la pittura, e una volta superato l'ostacolo della impostazione del disegno si lanciano nel colore  esplorando le emozioni e trasportati da una serie d'impulsi primitivi che trascura la forma e la trasforma.
 I secondi non perdono mai il controllo nelle prime fasi, pennellate lunghe, sicure e forma decise tradotte in emozioni misurate che però vanno scosse...
 L'arte come espressione delle nostre emozioni più intime, che  non possiamo lasciare trasparire nella pittura se non con una accurata conoscenza della tecnica, è la mia più elevata aspirazione.
Vorrei fare un invito  a riprendere il linguaggio antico della pittura ad olio, perché nella corsa all'originalità e al successo è stata trascurata e maltrattata. Come può uno scrittore fare un romanzo senza sapere la grammatica? Come
può qualcuno  pretendere di chiamarsi pittore se non sa come si prende un pennello?
Si può essere artista senza dipingere, ci sono tanti tipi di Arte, ma non  si può' essere un “pittore” se non s'impara a dipingere. Si possono sperimentare tante sensazioni con i tubetti d'olio senza aver mai sentito la teoria dei colori, ma, se vogliamo fare Arte, arriva il momento in cui sentiamo il bisogno di esprimere  qualcosa legato al nostro lato più intimo, al nostro “profondo”. Per esprimerlo in libertà non possiamo ignorare il mezzo che abbiamo scelto, la pittura, con le sue regole; abbiamo bisogno della capacità di esecuzione tecnica, della “forma”.
L'opera d'arte come forma e fondo è la finestra che si apre per mostrare l'ideologia dell'artista grazie alla sua capacità di esecuzione tecnica.


 






 Questa è l'unica via per trasformarci in artisti, in poderosi comunicatori d'idee attraverso l'immagine, ricordando sempre che l'abilità tecnica può diventare trascendente solo se si mette in moto la creatività.
Noi siamo qui per questo, il modo in cui analizziamo questi oggetti per privarli della loro banalità dentro a quest'aula sarà il nuovo modo in cui la mattina dopo scopriremo il mondo, pieno di sfumature , di contrasti, di fondo, di forma e di tanto colore... anche là dove sembra che non ci sia!. Siamo qui per "creare" una realtà  diversa.



Ecco i risultati














lunedì 25 febbraio 2013

DIPINGERE IN POSITIVO!

DIPINGERE IN POSITIVO!





Sabato mattina è un giorno importante, dopo una settimana di impegni e tante ore passate fra i banchi di scuola arriva il momento di giocare con i colori.


A volte è difficile rompere una dinamica instaurata nel profondo fatta di ascolto, silenzio, immobilità e svolgimento di compiti, senza tanti spazi ai dubbi, alle domande... alla curiosità.
Ma la settimana è passata e ce la siamo cavata più o meno bene, grazie ai tanti bravi e pazienti maestri  che riescono a tenere il ritmo con questo sistema che lascia molto a desiderare.

Oggi è sabato mattina, e noi “ Piccoli artisti anonimi” rompiamo il ritmo per un paio d'ore, non chiediamo di più,  sogniamo, poi torniamo a regime.
 Beh, devo raccontare una storia che parla di un certo bambino “artista anonimo” arrivato da me sabato scorso.
Di solito  propongo delle presentazioni al computer e racconto fiabe o storie che talvolta parlano d'arte, ma sempre di emozioni. L'altro giorno volevo far capire ai bambini un modo diverso di concepire lo spazio interno del  dipinto. Visto che tutti hanno impiegato le mani in qualche momento del loro percorso mi piaceva esplorare la fantastica scoperta dei nostri antenati che dipinsero le loro mani in positivo e in negativo, loro però lo fecero nelle caverne...( http://it.wikipedia.org/wiki/Cueva_de_las_Manos ).




Per me era la scusa giusta per cominciare  a introdurre nuovi modi di sperimentare con le immagini e rompere la solita disposizione degli elementi uno accanto all'altro. 
 La proposta era di dividere un foglio a metà e fare due disegni simili.
 Da una parte si doveva dipingere dentro il disegno  mentre nell'altra parte del foglio si doveva dipingere fuori dal disegno.

 





Avranno capito?



 
 








Alcuni non tanto , semplicemente non era il momento, altri... anche troppo!


 



Alcuni hanno fatto diverse prove, altri hanno saltato l'esercizio seguendo il loro bisogno di dipingere  senza pensieri, giusto così!!!!.








E ora arriviamo al mio “  artista anonimo” che ha passato quasi un'ora completamente assorto nel suo “compito” di svolgere l'esercizio. 
Lo vedevo talmente concentrato che mi avvicinavo solo per incoraggiarlo, e lui, poverino  insisteva nella sua impresa. 




Dopo un po' mi è venuto un dubbio, mi sono avvicinata e gli ho chiesto, ma ti diverti? 
Uno sguardo timido accompagnato da un deciso no, mi ha fatto cascare dalle nuvole. Non era concentrazione, lui era ancora immerso nel ritmo settimanale, pensava di doverlo fare e basta.

Scusa, “piccolo artista” non succederà più.
 Ho subito levato il suo foglio e gliene ho dato uno nuovo.
 Il prossimo giorno  bisognerà proprio lavorare sodo, il mio “compito” sarà quello di farti divertire proprio tanto, e ti prometto che mi concentrerò moltissimo per riuscirci!!!!!



venerdì 22 febbraio 2013

EROS - Contemporary ART

Memoria
Nuda verità

Ancoratemi al vuoto dentro una finestra, che muta svela la nuda verità.
Custode di un tesoro ancestrale, servii senza più parole.
La vita che si annida dentro un pensiero, 
solca i mari turbolenti 
e trova la libertà 
nel rumore sordo 
della mareggiata.
VITA!
 Vince l'ingiuria dei ciechi di spirito  e vola sopra le onde,
 con in mano la chiave...
Quella giusta è dentro di me, di tutte noi.
Sotto il ruvido manto rosso, custodii un tesoro ancestrale.
Senza più parole, umile serva del Mistero, trovai la libertà nel silenzio del mio mare...
con in mano la Chiave giusta, quella che apre le anime e chiude l'insidia. 
Azzardai  un sospiro da sotto le onde,
sordo rumore della Vittoria
VITA!
EROS - Contemporary ART

Si inaugura Sabato 23 Febbraio 2013 alle ore 18,00 presso il GAMeC CentroArteModerna di Pisa  (sul Lungarno Mediceo al numero 26) la mostra "EROS - Contemporary ART" , curata da Massimiliano Sbrana,  che cercherà di fare maggior luce sul tema dell'Eros nell'arte, nell'intento di valorizzare la realtà artistica contemporanea italiana ed internazionale.
Altre informazioni disponibili al più presto sul sito: www.Centroartemoderna.com Per appuntamenti tel 050542630 o email: mostre@centroartemoderna.com

La mostra proseguirà fino al 6  Marzo 2013. (ingresso libero).


giovedì 14 febbraio 2013

SI DIPINGE CON IL PENNELLO... E ANCHE CON IL CERVELLO!



SI DIPINGE CON IL PENNELLO... E ANCHE CON IL CERVELLO!

Sette bambini, di diverse età, sono oggi nell'aula dell'Estro.  
Alcuni li conosco da tempo, hanno già fatto tanta strada  e ora vogliono andare avanti... 
Altri sono appena arrivati, pieni di gioia, non vedono l'ora di tuffarsi nel colore, dopo poche lezioni hanno perso la paura e sono impazienti di scoprire quello che succederà...
Ho preparato sul tavolo il materiale necessario per fare un “lavoretto”.
Prima guardiamo insieme una presentazione buffa. Scorrono sullo schermo del computer insolite immagini,  e per decifrarle dobbiamo fermarle e fare uno sforzo

 


Imparare a “guardare” è una avventura meravigliosa, siamo abituati a vedere il mondo senza porci tante domande, ma noi oggi scopriremo che non tutto è come sembra, anzi, scopriremo che con un piccolo sforzo possiamo trovare  sempre un pizzico di magia anche nella scena più semplice...
 
Vi rivelerò un segreto, dico ai bambini, non guardiamo con  gli occhi, ma con il cervello!
Il cervello ci vuole sempre imbrogliare, noi siamo qui per ribaltare i ruoli!


 Ora proveremo a imbrogliare il nostro cervello creando il nostro personale “effetto ottico”.
La sfida è quella  di disegnare in un cartoncino fissato a un paletto di legno, da una parte un pesce e dall'altra l'acquario dove dovrà nuotare. Ma come? Ognuno da una parte? Mi chiedono titubanti, ma si fidano e si lanciano sui colori...
Alcuni hanno fatto extraterrestri che dovranno entrare nell'astronave, o draghi che voleranno sulla città, perché no?

 Fatto, ora si gira velocemente il paletto, e come per magia le due immagini si sovrappongono.
Sappiamo che sono separate, ma il nostro cervello è stato sconfitto, ha mescolato il tutto interpretandolo come un'unica immagine.
Quanto entusiasmo! Alcuni girano così veloce che il loro pesce, fresco di tempera rossa, non solo va a finire nell'acquario, ma anche sulla maglia...succede.



Ma non è tutto, questo gioco ha un altro scopo.
Il modo in cui prendiamo il paletto per riuscire a creare il nostro effetto ottico è il modo in cui noi dovremmo prendere il pennello per dipingere sul  cavalletto. Quando ci rendiamo conto di prendere il pennello come si prendono le matite per scrivere, ci fermiamo un attimo a giocare col pesce rosso, dopo di ché sarà più facile ricordare che davanti al cavalletto stiamo dipingendo, e per dipingere bisogna imparare a usare gli strumenti giusti nel modo giusto.




In quest'aula dell'estro, oggi, sette bambini di diverse età hanno imparato che il mondo si può vedere in tanti modi diversi, per questo non esauriranno mai la loro voglia di dipingerlo!

*Forse da questo momento “guarderanno” almeno un paio di volte prima di decidere cosa vogliono “vedere” veramente.
 
*Forse metteranno in discussione, non si accontenteranno subito di quello che gli viene offerto, “spirito critico” lo chiamano...
 
* Forse da questo momento cominceranno a intuire un mondo pieno di possibilità e avranno la voglia di esplorarle prima di scegliere la loro strada ogni volta che ci sarà una svolta.
 
*Forse nascerà in loro la inquietudine di cambiare una “realtà” che noi, adulti inguaribili conformisti, presentiamo loro come un dono che non ci appartiene, semplicemente perché neanche noi stessi la sentiamo nostra. 
 
 *Forse semplicemente dipingeranno sette mondi diversi, ma prendendo il pennello nel modo giusto!
 



mercoledì 13 febbraio 2013

I “ Piccoli Artisti Anonimi” scendono in miniera!

I “ Piccoli Artisti Anonimi” scendono in miniera!
 
 Abbiamo fatto un lungo percorso insieme, dopo tanti mesi di libera espressione siamo sicuri di poter affrontare nuove sfide senza paura della sconfitta, semplicemente perché essa non esiste.
Un lontano pianeta è piombato sulla nostra aula, è un pianeta dove abitano personaggi insoliti che cercano di capire come attraverso una cosa chiamata Arte, un'altra civilizzazione è riuscita a immortalare  con la sola forza dell'immaginazione tutti gli oggetti che amavano.
Una  grande palla di polistirolo, avanzo di un vecchio allestimento teatrale, ci ha accompagnato per tutto questo tempo, c'è sempre stata lì sopra l'armadio, incitando i commenti e perplessità varie sulla sua funzione. Finalmente è diventata nostra.
Ecco il pianeta di Acchiappaforme, ora lo possiamo disegnare.

 Oggi non c'è fiaba, ho deciso di fare a sorpresa una proposta che in pochi azzarderebbero verso bambini di sei, sette e otto anni.
Agli occhi di alcuni potrebbe sembrare una lezione di disegno classico, una forma da disegnare, una sorgente di luce e in mano il carboncino, il cencio, la gomma...
Niente affatto! Noi oggi ci divertiamo!!! Si va in miniera!!!!
  

Confesso che i primi momenti di questi bambini sono stati di stupore e forse hanno pensato a una specie di compito da svolgere con tanto di ansia di prestazione.
Pochi secondi dopo, però, si sono immersi nel tentativo di acchiappare questa imponete palla dentro il loro foglio di carta.

 



Senza nessuna solennità per l'argomento trattato ci siamo addentrati nella comprensione delle ombre proprie e delle ombre portate. Difficile, vero? Avranno capito? 
Anche loro pensavano di sentire parlare un'altra lingua, e così ho subito smesso e abbiamo iniziato a disegnare. Loro sanno che qualsiasi cosa succeda nel loro foglio va bene, nessuno può fare apprezzamenti  e si sono lanciati in questa esperienza con una concentrazione inaudita.




Dopo mezz'ora  il loro foglio è pieno di carbone, l'ombra portata è proprio nera!!!! Anche le loro facce sono piene di carbone, per non parlare delle mani. 









E pure con quelle piccole mani nere  hanno dimostrato che l'unico modo d'imparare è attraverso l'azione.

Concentrandosi sono scesi in un mondo dove la dimensione del tempo non esiste. Esiste solo la volontà di fare chiarezza, di strappare alle ombre la luce più brillante. Perché non c'è ombra senza luce, come non c'è giorno senza notte e noi, “ Piccoli artisti anonimi”, lo sappiamo...

Nessuno chieda a questi bambini che cos'è un ombra portata, forse non sanno rispondere, se volete capire anche voi, semplicemente dategli un pezzo di carbone e un foglio.

Per immergersi nel nero bisogna essere coraggiosi, come quando si va in miniera, sicuri solo di due cose: di voler tornare in superficie per vedere la luce sul nostro foglio, e di tornare completamente NERI!