Tempo fa , trovai una storia fra le pagine di un bellissimo
libro di Alessandro Jodorowsky: parlava di un anziano. Con l’aiuto di un
piccolo cucchiaio era intenzionato a spostare una montagna che non permetteva
l’arrivo dei raggi del sole sul suo villaggio. Un giovane passante derise il vecchio sicuro della improbabile riuscita
dell’impressa, ma l’anziano impassibile disse una frase:
“ So che non ci
riuscirò, ma qualcuno deve pur iniziare…”
Bellissimo e paradossale insegnamento che invita a rompere
l’immobilità davanti ai problemi da risolvere.
Subito accattivata dal profondo insegnamento nascosto nel
racconto, provai il desiderio di
condividerlo con i miei Piccoli Artisti Anonimi…. ma non mi era bastata la
storia riportata nel libro di Jodorowsky
e cominciai a
riscriverla. Allo stesso tempo
cominciai la ricerca d’immagini su
internet per mettere a punto una
presentazione su Power Point.
Come sempre la magia cominciò a spargersi… trovai le illustrazioni della fiaba nei quadri di
Brueghel il Vecchio.
Quando arrivai alla
frase finale della fiaba, Achhiappaforme mi
suggerì che lì dentro c’era ancora molto da scoprire.
Così ho deciso di dare una svolta alla fiaba:
l’atteggiamento del Vecchio verrà assimilato e interiorizzato da tutto il
villaggio e il problema verrà risolto esaltando i valori della comunicazione,
collaborazione, empatia, attitudine compassionevole e lavoro di gruppo in
allegria…
Io già sapevo cosa volevo trasmettere, ma prima volevo
lasciare spazio ai bambini per riflettere da soli.
Con grande teatralità, ho annunciato che la storia aveva un
seguito ma non avrei rivelato la svolta fino alla prossima settimana.
Loro, che tanto avevano riso nell’immaginare il povero
vecchio armato da cucchiaio che provava a spostare la montagna, dovevano
disegnare e descrivere a parole come sarebbe finita la storia. Il risultato à stato sorprendente.
Guardate:
Beh, la storia inventata da me finisce che tutto il villaggio partecipa con i propri cucchiai per aiutare il vecchio. Lo fanno sicuri dell’inutilità dell’impressa ma per puro sentimento di compassione verso quella persona che dimostrava di volere tanto bene il popolo al quale apparteneva, si trovano d’accordo per scavare insieme trasformando le giornate dei ritrovi in vere e proprie feste, dove l’allegria della collaborazione supera l’intenzione di spostare la montagna.
Vi lascio le prime righe della fiaba dove Acchiappaforme racconta come si era trovata in quello strano posto:
Guardate:
Beh, la storia inventata da me finisce che tutto il villaggio partecipa con i propri cucchiai per aiutare il vecchio. Lo fanno sicuri dell’inutilità dell’impressa ma per puro sentimento di compassione verso quella persona che dimostrava di volere tanto bene il popolo al quale apparteneva, si trovano d’accordo per scavare insieme trasformando le giornate dei ritrovi in vere e proprie feste, dove l’allegria della collaborazione supera l’intenzione di spostare la montagna.
E così il tempo
passa…e il vecchio muore.
Nella fiaba che ho scritto gli abitanti del villaggio non
riusciranno mai a spostare la montagna, ma nell’intento la soluzione al
problema apparirà, e i raggi del sole aiuteranno a crescere i bambini sani e forti!
Il Vecchio verrà ricordato fondendo tutti i cucchiai delle
persone che hanno partecipato in uno
solo. Enorme e possente verrà collocato in mezzo alla piazza, nel centro
di un bellissimo lago.
Il gesto dell’anziano diventa Arte, una grande scultura lo
ricorderà per sempre dopo tante generazioni.
Forse le opere d’Arte dovrebbero servire a preservare la
memoria di quelli esseri che a volte aiutano a cambiare in meglio il corso di
un intero popolo con un solo, piccolo gesto… ma la grandezza sta anche nella
sensibilità che questo popolo possiede senza la quale i gesti sublimi non si
possono riconoscere.
Ho osservato, confesso, con un po’ di amarezza che solo un
bambino ha considerato il fatto che il Vecchio potesse farsi aiutare da terzi
per riuscire nella sua impressa. Ha fatto però arrivare sulla montagna
un’infinità di navicelle spaziali, quindi in fin dei conti anche lui ha scartato i suoi simili… a voi le
conclusioni.
Quando la fine della storia è stata svelata, abbiamo parlato
tanto nel nostro “ Cerchio della verità” su questo fatto.
Abbiamo anche riso tanto, perché a tutti è venuta voglia di
immaginare impresse impossibili e divertirci a risolverle insieme in modi
buffi… però, quello sì, da ora in poi tutti insieme!!!!
Vi posso garantire
che dopo questa esperienza almeno una ventina di bambini sulla terra crede un
po’ di più nel genere umano.
Il nostro villaggio dietro alla montagna descritto
egregiamente attraverso le immagini di Brughel, ha trovato il suo
corrispondente contemporaneo in un giardino di Minneapolis…chi lo avrebbe
detto!.
Vi lascio le prime righe della fiaba dove Acchiappaforme racconta come si era trovata in quello strano posto:
Mi trovai una volta in uno strano pianeta, era la prima
volta che inseguivo la linea birichina e non sapevo bene dove mi stava
portando.
Precipitai su un bellissimo villaggio pieno di bambini. In
una piazza c'era una imponente scultura: un grande cucchiaio con una ciliegia
riposavano in mezzo a un lago. Una anziana seduta su una panchina riconobbe nei
miei occhi la curiosità e ammirazione e mi raccontò la storia di quel
fantastico luogo:
Una volta tanto tempo fa Qualcun@ decise di creare questo
pianeta. Lo riempì di acqua per dissetare la vita, di sole per riscaldare, di
nuvole cotonate per riempire i laghi e poi acconsentì la esistenza di tanti e
diversi esseri viventi che occuparono
ogni angolo.
Immagini di giardini: il Minneapolis Sculpture Garden
Un vero e proprio museo a cielo aperto in cui campeggia “Spoonbridge and Cherry” http://www.sologiardino.it/posts/282/immagini-di-giardini-il-minneapolis-sculpture-garden
Archivos para Cuentos de Alejandro Jodorowsky
http://planetacuentos.wordpress.com/2009/11/26/los-tejados-estan-blancos-%C2%BFcuando-dejaran-de-estarlo/
En un lugar en oriente, había
una montaña muy alta y con su sombra tapaba la aldea. Y por ello los niños
crecían raquíticos. Y una vez un viejo, el más viejo de todos, se va con una de
esas cucharitas chinas de porcelana y sale de la aldea.
Y le dicen los otros:
-Adonde vas viejito.
-Voy a la montaña.
-Y a que vas.
-Voy a mover la montaña.
-Y con que las vas a mover.
-Con esta cucharita.
-Jajaja, Nunca podrás.
-Si,
nunca podré, pero alguien tiene que comenzar a hacerlo.
sei una donna incredibile..piena di fantasia ,piena di compassione ; per questo riesci a comunicare con i bambini indirizzandoli a valori di bellezza e di condivisione;ti ho incontrato a Firenze pochi giorni fà..avevi un quadro coperto di una figura femminile..mi dispiace non averlo visto ,nè ho potuto visitare la mostra,motivi di famiglia. Ho un blog http://andreasinicatti.wordpress.com sono sicuro che molti articoli ti piaceranno,come il quadro di Clet Abraham,Adamo de Eva e la storia di una caffettiera bianco latte che s'innamora di uno color caffè (questa è dovuta al genio di Clet. Un abbraccio, Andrea Sinicatti
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