Lezione sulla differenza tra “interpretare” e rappresentare”
Corsi di Espressione creativa e Tecniche Pittoriche
Sede dell’AICS
Villa S. Lorenzo, Sesto Fiorentino.
Ogni venerdì dalle 17.00 alle 18.30 e sabato dalle 10.30 alle 12.00
Un giorno abbiamo parlato di Cezanne e della sua Montagna
Blu, che dopo quel giorno è diventata un po’ anche nostra!
Eravate stupiti quando avete capito che questo pittore aveva
interpretato la stessa montagna così tante volte.
Vi spiegai che quando impariamo a dipingere posiamo
possedere il mondo intero, ma che a volte non basta rappresentare egregiamente
un’immagine. Cezanne voleva di più, lui voleva capire la grandezza spirituale
di quella montagna che era lì da tanto tempo e che sapeva avrebbe vissuto anche
dopo la sua morte.
Così la montagna ha contagiato altre sue opere
intrufolandosi fra i panneggi delle sue nature morte. Per Cezanne la natura è
Dio e la geometria ritrovata nelle sagome dei frutti che ci dona, ha il potere
di renderci più saggi.
Allo stesso tempo abbiamo parlato di Magritte, il pittore
dei sogni. Abbiamo visto che una pipa non è una pipa e una mela non è una mela se
dipinte su un supporto. Sono, infatti, “rappresentazioni” di tali oggetti, non
oggetti veri!
Durante la nostra lezione vi avevo fatto capire che quando
dipingiamo possiamo scegliere se “rappresentare” un oggetto rendendolo
verosimile, oppure “interpretarlo” elaborando l’informazione dentro di noi per
poi far vedere al mondo come abbiamo sentito nel profondo l’essenza di
quell’oggetto.
Magritte dipingeva le mele tante volte, e riusciva molto
bene nell’intento, le rappresentava, ma dopo le collocava in posti insoliti,
posti che vivevano solo nella sua fantasia. Lui fermava un’immagine che era
solo sua e ci permetteva di vederla chiaramente anche grazie al fatto che aveva
imparato a dipingere molto bene.
E’ proprio quello che vogliamo fare noi, imparare a
dipingere! Dopo possiamo divertirci e rappresentare o interpretare.
Per quella lezione, portai in aula del tessuto grigio e tante mele. V’invitai a creare una natura morta a forma di montagna e a sistemarci sopra le mele.
Ricordo l’entusiasmo con cui partecipaste alla creazione del
vostro soggetto da dipingere. Dopo dovevate decidere se interpretare o rappresentare
quella natura morta. Alcuni artisti decisero di dipingere una montagna
circondata da piccole casette e grandi mele. Altri provarono a dipingere quello
che vedevano per farlo diventare credibile, per poi divertirsi a renderlo
assurdo con una scritta: “queste non sono mele”.
Quanto erano belli quegli occhi spalancati mentre capivate
che sareste riusciti a dipingere i vostri sogni, le vostre fantasie, i vostri
desideri. Una rivelazione che non mi stancherò di ricordare durante il nostro
tempo insieme, perché spesso le persone smettono di disegnare o dipingere per
paura del risultato, per paura del giudizio degli altri: paura, sempre paura. Così
non riescono mai a guardare nello specchio delle loro immagini, quello specchio
che riesce a raccontare la parte più profonda di noi, la più intima, la più vera.
E non ha importanza se vengono fuori macchie colorate o linee disordinate, l’importante
è che per chi le fa avranno sempre un senso. Bisogna essere molto coraggiosi
per decidere di guardare i nostri gesti fermati su un folio di carta e cercare
di capire chi siamo. Forse è questa la vera paura che fa smettere tante persone
di disegnare.
Da questo corso usciranno persone coraggiose, veri artisti della vita, sono sicura!
Da questo corso usciranno persone coraggiose, veri artisti della vita, sono sicura!